I principali Paesi “emergenti” negli ultimi anni hanno deciso di istituzionalizzare la propria collaborazione, creando nel 2009 il gruppo dei BRICS, composto inizialmente da Brasile, Russia, India e Cina, al quale si è aggiunto l’anno successivo il Sud Africa. I BRICS rappresentano, secondo i dati del World Economic Forum, il 16% del commercio, il 23% del GDP e il 40% della popolazione mondiali. Ognuno di essi è poi un leader nelle rispettive aree di influenza regionali. Essi hanno costituito recentemente la “New Development Bank”, con sede a Shanghai, mentre dal 2017 è stata avanzata la proposta di un ulteriore allargamento del gruppo, andando in prospettiva a creare i “Brics Plus”.
Quest’anno il summit si è tenuto a Johannesburg, città più popolosa del Sudafrica, dal 25 al 27 luglio. Esso ha consolidato e intensificato la collaborazione intra-BRICS, e confermato l’interesse dei “5” al possibile allargamento ad altri Paesi della partnership. La dichiarazione rilasciata al termine del meeting tratta i temi centrali del multilateralismo, della riforma della governance globale, della sicurezza e della pace internazionale, ma anche quello della quarta rivoluzione industriale e della collaborazione “people to people”. I “5” hanno mostrato compattezza quando si è parlato di libero commercio, lanciando un messaggio a Donald Trump: il gruppo ha infatti cercato di porsi come guardiano dell’ordine commerciale attuale, abbracciando la globalizzazione e riconoscendo inoltre il bisogno di agire contro il “climate change” (altro tema che Trump ha mostrato di non amare particolarmente). Il meeting di Johannesburg ha poi evidenziato come la collaborazione tra i BRICS negli ultimi anni (in particolare dal meeting di Fortaleza in Brasile del 2014) sia incrementata in modo significativo, spaziando tra i temi dell’agricoltura, sicurezza nazionale, sanità, finanza internazionale, cultura, sport, e abbia creato un format di successo che riunisce Ministri, Capi di Stato, ricercatori di Paesi molto distanti tra loro, non solo geograficamente. Il meeting del 2018 ha posto l’attenzione inoltre sulla “quarta rivoluzione industriale” in atto, portando alla creazione della “Partnership on New industrial Revolution”, al “BRICS Network of Science Parks, Technology Business Incubators and Small and Medium-sized enterprises”, e a un Memorandum per la collaborazione nell’ambito della tecnologia “blockchain” e della digital economy.
Uno degli aspetti più interessanti del vertice di Johannesburg è sicuramente la continuità mostrata dai leader (rispetto al vertice di Xiamen nello scorso anno) nei confronti del format dei cosiddetti “BRICS Plus”, composto dai “5” con l’invito a partecipare giunto quest’anno ad Argentina, Indonesia, Egitto, Giamaica, e Turchia, Paesi guida di Istituzioni regionali. Proprio la Turchia, già membro della NATO e “dialogue partner” presso la Shanghai Cooperation Organization a guida cinese, ha attirato l’attenzione dei media internazionali per la richiesta del Presidente Erdogan di entrare a far parte dei BRICS.
Articolo pubblicato nel Magazine digitale de L’Osservatore, rivista online del Canton Ticino